Masina:"Ho studiato filosofia,i periodi difficili che ho vissuto mi rinforzano" - IL TORO SIAMO NOI
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Masina:"Ho studiato filosofia,i periodi difficili che ho vissuto mi rinforzano" - IL TORO SIAMO NOI

Masina:”Ho studiato filosofia,i periodi difficili che ho vissuto mi rinforzano”

Adam Masina è stato presentato oggi,ecco.le sue parole in conferenza stampa.

Com’è stato l’esordio di domenica? E quali sono i suoi propositi per il futuro?“Sicuramente non è stato facile entrare dopo due allenamenti con il mister e capire subito esattamente cosa chiedesse. Sono ancora a scuola, sto capendo cosa vuole Juric per entrare subito nei meccanismi a un braccetto a sinistra o a un eventuale quinto. Con il direttore la settimana scorsa avevo avuto una chiacchierata, ma sono ancora a scuola e sto cercando di capire esattamente che cosa vuole il mister in campo in modo da provare ad entrare subito nei meccanismi della squadra. Andare in campo non è stato così difficile perché ho avuto dei compagni che fin da subito si sono fatti in quattro per farmi ambientare in frette e quindi sicuramente un grazie va anche a loro che non mi hanno respinto e anzi mi hanno accolto con grande intelligenza ed empatia. Ora proviamo a capire cosa mi viene richiesto, a crescere e a portare qualche cosa alla squadra che sia esperienza ed energia, sono qui fino al termine della stagione e farò di tutto per rendermi utile”.

Ha avuto poco tempo da suo arrivo, ma Juric che cosa le chiede e che cosa le ha detto esattamente prima di farla giocare?“Vi racconto un aneddoto, parlando con il mister gli ho chiesto che tipo di giocatore cercasse e che tipo di braccetto e di quinto volesse, e lui molto sinteticamente mi ha risposto: ‘Voglio tutto’. Lui è sicuramente un allenatore esigente e vuole il massimo da ogni giocatore, ha idee di calcio che stiamo provando a riproporre in campo e credo che possono fare la differenza”.

Ha studiato filosofia: ci dice qualcosa in più?“Ho frequentato il liceo scientifico sei Salesiani a Bologna e ho avuto un professore che mi ha trasmesso la passione per la filosofia. Quasi tutti portavano la classica tesina di storia molto basica e io ho preferito farla su Schopenhauer e Platone sul dualismo fra anima e corpo e su quanto fosse importante, a mio parere, e cito, come direbbe mio padre, essere una persona di valore all’interno di un corpo sano. Spesso il corpo viene accostato alla materia come qualche cosa di negativo che ci avvicina al peccato, mentre invece è importante che la nostra anima si rifletta nel nostro corpo”.

Questi insegnamenti li ha ritrovati nel calcio?“Diciamo che provo a farli miei, ma non è sempre facile però ogni tanto provo a resettare per seguire la filosofia, gli insegnamenti di mio padre e quello che ho imparato negli anni scolastici”.

In carriera ha fatto proseliti con qualche compagno?“Nella mia esperienza ultimamente vedo sempre più giocatori che hanno un lato culturale e una base culturale molto più ampia e interessi molto maggiori. Persone di un’intelligenza anche raffinata con sui si può dialogare di tante tematiche: economia, politica o la filosofia. Fortunatamente ne ho incontrati tanti e uno degli ultimi è una vostra conoscenza Daniele Padelli, che è stato una persona con la quale mi sono legato tanto a Udine  come con Marco Silvestri siamo riusciti a creare questo triangolo di persone che si confrontavano su tanti aspetti e sicuramente anche loro mi hanno arricchito”.

Come sta dal punto di vista fisico?“Sto bene, è un buon momento e mi so allenando da due mesi e mezzo-tre a ottimi ritmi. Si può sempre stare meglio, però non posso assolutamente lamentarmi. Negli ultimi due anni ho avuto due infortuni molto fastidiosi, il legamento crociato e una fascite plantare che mi ha portato una piccola lesione sempre alla fascia plantare, per fortuna ho avuto professionisti che mi hanno seguito e curato e adesso posso dire di stare bene”.

Come è cambiato in virtù di ciò che ha passato?“I periodi complicati rafforzano. Per me vedere da fuori i miei compagni non è stato facile, ma mi ha fatto capire quanto tengo alla mia professione e quanto mi piace giocare a calcio e quanto voglio farlo possibilmente ancora per tanti anni, c’è quindi una realizzazione in ciò che una persona e in ciò che in primis voglio fare della mia carriera e del mio lavoro”.

Qual è la sua storia personale?“La riassumo brevemente perché non voglio annoiare nessuno, sono nato in Marocco e ho avuto la fortuna di essere in contatto con una famiglia che già conosceva quella mia di sangue e che mi ha portato in Italia. Ho girato un po’ in affido in case famiglia per la bassa bolognese fino ad incontrare la mia famiglia attuale a cui devo tanto”.

Aveva altre offerte? Gli obiettivi della società l’hanno spinta ad accettare?“E’ stato semplice, Vagnati mi ha chiamato chiedendomi che cosa ne pensavo e ho risposto testualmente: “Se chiami, corro”. Non è stata assolutamente difficile per me la scelta di venire la Torino, anzi è  stata un’occasione che voglio cogliere. Farò di tutto per godermela e portare la mia esperienza e volontà di migliorare e crescere e possibilmente vincere”.

Partendo dalla base culturale e armonizzandola con la carriera da calciatore, si può creare una figura professionale per gli atleti?“Come dicevo prima, tutto ciò che è stato il mio passato provo a usarlo su di me. Può essere un’ottima idea un giorno creare una figura, un allenatore che abbia una cura particolare per questi aspetti”.

Può giocare anche come quarto o può fare solo il difensore nei tre?“Il mister mi ha detto che cercava un jolly e quindi sono disponibile a fare anche il quarto. I quarti che ci sono qui sono ragazzi di grande qualità e sono disponibile se il mister ha bisogno e posso farlo”.

Ha parlato con Rodriguez dopo la partita e lui le ha dato dei consigli?“Sì, è una persona splendida e mi ha accolto in maniera fantastica. Sono a disposizione del mister e anche sua, se il capitano deciderà che avendo un problemino preferisce non rischiare sono disponibile, se invece starà bene, conosco bene le gerarchie, so che darà una mano alla squadra. Nel caso sono pronto per dare il mio contributo”.

Cosa ha percepito entrando nello spogliatoio?“Ho trovato una squadra con una cultura del lavoro molto buona, tutti i giocatori sono professionisti pronti a lavorare giornalmente perché i ritmi del mister sono molto elevati. Ho trovato un gruppo di ragazzi con una grande cultura del lavoro. Al momento non ho ancora avuto modo di confrontarmi né col mister né con la squadra sugli obiettivi che abbiamo, ma puntiamo al massimo. Domenica volevamo portarla a casa e ci abbiamo provato ma non è andata, ora andremo a Sassuolo e proveremo a fare il nostro gioco e a portare a casa punti importanti. So bene in che piazza sono arrivato. La squadra già la consce bene ed è una piazza che può vincere in ogni campo e deve giocarsela con tutte le squadre”.

Cosa non ha funzionato contro la Salernitana? Cosa può essere migliorato in vista del Sassuolo?“L’analisi di come è andata la lascio al mister. Io dico che se avessimo buttato dentro un’occasione, la partita sarebbe cambia completamente. Loro erano una squadra molto attenta dietro e hanno avuto diverse occasioni nelle quali hanno ribattuto i nostri tiri. Qualche occasione l’abbiamo creata, ma, purtroppo, il pallone non è entrato, questo è il calcio. Credo che la strada sia quella giusta, abbiamo provato ad imporre il nostro gioco, avuto buoni ritmi e tenuto un ottimo possesso palla e non sono mancate le occasioni da gol, ma, purtroppo, ogni tanto succede”.