6 febbraio 1958: il disastro aereo che colpì il Manchester United - IL TORO SIAMO NOI
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6 febbraio 1958: il disastro aereo che colpì il Manchester United

Durante una tempesta di neve, forse a causa dell’inceppamento di un motore, il grosso aereo della B.E.A. che riportava in Patria la squadra del “Manchester United” reduce da una partita a Belgrado, subito dopo il decollo dall’aeroporto di Monaco andava a sfasciarsi contro una casa – 21 morti, 13 feriti gravi e 8 leggeri.

Alle ore 16,10 appena levatosi in volo dall’aeroporto di Monaco di Baviera, un aereo bimotore della B.E.A., un «Elizabethan», è precipitato in mezzo ad una intensa bufera di neve: c’era a bordo, al completo, la squadra di calcio del «Manchester United», una delle più famose ed ammirate del calcio britannico, vivaio dei «grandi» della Nazionale, esattamente come era il glorioso «Torino» , la cui squadra venne distrutta in analoghe circostanze il  4 maggio 1949. Il bilancio della sciagura è di 21 morti nell’incidente, 13 feriti gravi e 8 leggeri.

Parla un superstite
Il fotografo del «Daily Mail» Peter Howard che era a bordo dell’aereo, ha dichiarato: «Sedevo nella prima fila a tribordo, quando il pilota ha tentato di decollare. Mi sembrava che il motore non andasse alla perfezione. Lo fermò. Poi tentò un nuovo decollo. Anche questo non fu soddisfacente. Allora tornò indietro per far revisionare il motore. Al terzo decollo è avvenuto il disastro. Improvvisamente sembrò che l’aereo si spezzasse. Non c’è stato tempo per pensare, nessuno ha gridato, nessuno ha parlato. Solo un mortale silenzio che può esser durato alcuni secondi. Tutto si fermò di colpo. Trovammo un buco nella fusoliera e strisciammo fuori sulle mani e sulle ginocchia.. Sembra che le persone che sedevano nella parte anteriore dell’aereo siano state le più fortunate. Ancora più fortunate sono state le persone che avevano il sedile che volgeva lo schienale alla direzione di volo»

Una squadra che era come il grande Torino
La squadra del «Manchester United» era considerata la gloria calcistica del Paese. I «Busby babes», come i giocatori erano stati soprannominati per la loro giovane età e per l’abilità del loro « manager» Matt Busby, avevano notevolmente contribuito nel corso di questi ultimi anni a risollevare il prestigio del calcio britannico, per cui la morte della maggior parte dei giocatori che componeva la squadra, costituisce un’irreparabile perdita per la Gran Bretagna alla vigilia della Coppa del Mondo.

Il «Manchester United» cominciò a far parlare di sé dopo la guerra quando nel 1948 si aggiudicò la Coppa d’Inghilterra. Quattro anni dopo la squadra diveniva campione della Lega inglese. Per la maggior parte, i giocatori che facevano ieri ritorno in Patria dopo il prezioso pareggio ottenuto a Belgrado contro la «Stella Rossa», erano cresciuti alla scuola di Busby e solamente due di essi erano stati acquistati ad altissimo prezzo quando già avevano avuto modo di affermarsi in campo nazionale e internazionale: il portiere Harry Gregg, guardiano titolare della nazionale dell’Irlanda del Nord, acquistato dal Concaster nello scorso dicembre per 24.000 sterline, e Tommy Taylor, centravanti della nazionale inglese, trasferito dal Barnsley nel marzo 1953 per 30.000 sterline.

Il «Manchester United» aveva vinto il campionato di Lega nelle due ultime stagioni calcistiche, per cui anche l’anno scorso aveva partecipato alla Coppa dei Campioni d’Europa, perdendo però in semifinale con il Real Madrid che pervenne poi al successo finale. Quest’anno, si era assicurato l’ingresso nelle semifinali del torneo, al quale l’Italia è rappresentata dal Milan, appunto in seguito alla sua affermazione complessiva contro la «Stella Rossa» di Belgrado, con la quale aveva pareggiato mercoledì per 3 a 3, dopo averla battuta per 2 a 1 nell’incontro di andata.

Si calcola che il valore dell’intera squadra, in base alle quotazioni dei singoli giocatori sul mercato degli acquisti e cessioni, si aggirasse sul mezzo milione di sterline. E’ la seconda volta che una squadra di calcio viene praticamente distrutta da un incidente aereo. Infatti è ancora vivissimo negli italiani il tragico disastro di Superga in cui il 4 maggio 1949 perirono carbonizzati titolari e riserve del «grande Torino», che, campione d’Italia, forniva in quel tempo i 10-11 della nazionale «azzurra».