Cairo dovrà ancora pagare una parte dell’ingaggio di Giampaolo
Dopo una carriera controversa, in cui i risultati non corrispondono alla «mistica» che si crea intorno al suo nome e alla sua riconosciuta grandissima capacità di insegnare calcio, e il discreto percorso alla Samp, il grande salto avviene nell’estate del 2019, col passaggio al Milan. L’esordio è choc: 0-1 in casa con l’Udinese, poi altre tre sconfitte nelle successive cinque giornate, diventando il secondo allenatore a perdere quattro delle prime sei partite alla guida del Milan, dopo Italo Galbiati nel 1982, e il primo a perderne quattro delle prime sei in campionato da 81 anni a quella parte. Insomma, un disastro. E l’8 ottobre, nonostante la vittoria per 2-1 sul campo del Genoa, complice il brutto avvio di stagione dal punto di vista del gioco e dei risultati, viene esonerato: al suo posto arriva Stefano Pioli. Non va meglio al Torino, dove approda l’estate successiva, nel 2020. Anche qui l’esordio è negativo (0-1 in trasferta contro la Fiorentina) e il resto non è migliore: il 18 gennaio 2021, dopo lo 0-0 in casa con lo Spezia e con la squadra al terzultimo posto in classifica, viene esonerato.
Secondo il Corriere dello Sport di oggi, per Marco Giampaoloè pronto un biennale a cifre già stabilite una volta condotta la Sampdoria alla salvezza: nel frattempo, lo stipendio verrà diviso tra liguri e Torino (60-40), essendo il mister abruzzese ancora sotto contratto con Cairo. Se a fine anno sarà salvezza, allora scatterà un biennale da 1.2 milioni a stagione.
Per il Torino quindi ci sarà un risparmio visto che Giampaolo da contratto percepiva 1,5 milioni netti a stagione a cui si aggiungevano anche gli stipendi di tutto il suo staff. Al lordo Urbano Cairo avrebbe quindi dovuto ancora versare circa 1,5/2 mln, mentre ora che l’allenatore è passato alla Samp 600/800 mila euro.