Commisso a ruota libera:”Negli USA gli azionisti avrebbero fatto causa alla Juve”
“Sono un animale diverso. Spero che rispettino un animale diverso. E se non lo rispettano, vaffanculo”. Comincia con una delle sue famigerate dichiarazioni di fuoco, un lunghissimo approfondimento-intervista del Financial Times su Rocco Commisso. Il presidente della Fiorentina viene dipinto subito come un uomo che battaglia con “il dannato mondo intero”. L’autorevole giornale economico si chiede – e gli ha chiesto – che sfizio c’è a spendere 170 milioni di euro per comprare una squadra di calcio per ottenere in cambio solo critiche e lamentele.
Lui ammette che “i tifosi mi amano, ma fino a un certo punto”. Quel punto, dice, è la misura in cui “vinco e spendo soldi”.
Oggi Commisso è, secondo Forbes, la 352a persona più ricca del pianeta con una ricchezza stimata di 7,2 miliardi di dollari.
Commisso, scrive il FT, è sensibile alle caratterizzazioni sprezzanti degli italo-americani, tra le altre cose. Dice di non essere uno “stupido americano” che affonderà spendendo all’infinito. Il suo piano è di investire abbastanza per rendere la Fiorentina “autosufficiente”. “Ora siamo a 340 milioni di euro, capisc’?” dice.
Segue nel dettaglio riepilogo della vita e della carriera del magnate italoamericano. Poi il giornalista si sofferma sulla questione – mai svelata nei dettagli – dell’ingaggio di Gennaro Gattuso.
“Quando chiedo perché Gattuso se ne è andato dopo 23 giorni, interviene un addetto stampa del club, dicendo che le circostanze sono protette da accordi di riservatezza. Suggerisco che spetta a Commisso decidere quanto può dire. Commisso è d’accordo, dicendo che ‘starà attento’. Questa è la versione dei fatti di Commisso: Gattuso si è unito alla Fiorentina, poi ha subito chiesto al club di “comprare alcuni giocatori a un certo prezzo” che sono rappresentati anche dal suo agente, Jorge Mendes, figura potente che vanta tanti grandi clienti tra cui Cristiano Ronaldo. Commisso ha visto la richiesta di Gattuso come un costoso stratagemma progettato per avvantaggiare Mendes e impedire al club di prendere decisioni di mercato indipendenti. Una persona vicina a Gestifute, l’agenzia guidata da Mendes che rappresenta Gattuso, ha rifiutato la storia di Commisso definendola ‘irreale’ e ‘irrispettosa’”.
Il Financial Times scrive anche che Commisso quando si parla di Vlahovic si innervosisce, e vien fuori il perché:
“Le persone informate sui colloqui rivelano che l’agenzia di Vlahovic, l’International Sports Office con sede a Belgrado, vuole un compenso di 8 milioni di euro solo per rinnovare il contratto del giocatore con la Fiorentina, ricevendo anche un compenso pari al 10% di qualsiasi futuro compenso di trasferimento sia dalla Fiorentina che da un club d’acquisto. Dato che Commisso ritiene che Vlahovic valga fino a 75 milioni di euro di mercato, una cifra vicina a quanto guadagna la Fiorentina in ricavi ogni anno, non ha voglia di lasciare che gli intermediari gli sottraggano decine di milioni di euro”.
“Più vivo qui, con questo sport folle, più mi rendo conto di quanto sia incasinato”, dice Commisso. Che quando parla del nuovo stadio e del lavoro che offre in Italia la mette così: “Gli operai lavorano per vivere. Quando vengo qui, sono tutti miei amici perché si rendono conto che sto dando un lavoro . . . Ai funzionari della città non frega un cazzo se le persone lavorano o meno”.
Per il Financial Times “la questione è simbolica, è una diapositiva del calcio italiano. Tre decenni fa, i suoi migliori club hanno ospitato i più grandi giocatori e allenatori del mondo, aiutandoli a dominare il calcio europeo. Ma la qualità e il fascino della Serie A sono costantemente rimasti indietro rispetto a Inghilterra, Spagna e Germania, dove le squadre migliori giocano in nuove strutture in vetro e acciaio, davanti a case gremite, guadagnando anche di più dai contratti sui diritti televisivi.
“Il calcio è una stronzata”, chiosa Commisso. “Un giocatore fa bene? Vuole più soldi. Voglio dire, hai ragazzi di 20 anni che guadagnano milioni di euro. Sai quanto guadagnavo nel mio primo lavoro? 10.500 dollari all’anno. 200 dollari a settimana”.
“La vista del presidente della Juventus Andrea Agnelli – si legge ancora nell’articolo – fa scattare Commisso. La Juventus è quotata alla Borsa di Milano. Il prezzo delle azioni del club è sceso di circa un terzo nei giorni successivi alla notizia dell’indagine. Commisso dice che se gli stessi eventi si fossero verificati in una società quotata negli Stati Uniti, gli azionisti che avevano subito perdite “farebbero causa ai figli di puttana, scusate il mio linguaggio”.
“Ci sono anche le gelosie, vero”, dice Commisso. “Perché chi altro ha fatto quello che ho fatto io? Vuoi che li elenchi? Non gli Agnelli. Il nonno, forse, non i nipoti. Non Gordon al Milan. Non quel ragazzo alla Suning. Sono i soldi degli altri”