Nicola:”Al Toro sono legato,ho vissuto mesi molto intensi”
Davide Nicola, ex allenatore del Torino, in una intervista a La Gazzetta dello Sport ha parlato della sua voglia di tornare in panchina.
«Mi esaltano le sfide, in qualsiasi contesto. Ho un livello alto di energia e di entusiasmo: è energia positiva, sono abituato a vedere solo le cose che posso cambiare per contaminare con le mie idee».
«Ho passato del tempo tra le piccole cose, mi sono potuto dedicare alla famiglia. Tutto bello, ma un allenatore vuole stare nel suo habitat. Così ho girato per gli stadi, ho visto tanta Serie A. Ho lavorato con il mio staff per migliorarci ipotizzando nuovi metodi. Non solo al video, ma in un centro sportivo dove sperimentavamo idee, immaginando cosa avremmo fatto noi se ci fossimo trovati in una certa situazione. Così si entrava in clima partita».
«Negli ultimi due anni il coefficiente di difficoltà è stato elevatissimo. In un grande club il livello è superiore, ma c’è un lavoro altrettanto elevato per risolvere i problemi in corsa. Spesso strutturali, legati al senso di perdita dell’energia, di autostima e della consapevolezza».
«Ma non sono stato sempre un subentrante. Anzi, il 60% delle volte sono partito dall’inizio. Negli ultimi due anni ho avuto la possibilità di cimentarmi in un contesto in corsa: aggiustare una prestazione in inverno è gratificante perché ti confronti con più difficoltà. Va bene, ma è chiaro che non può bastarmi. Un allenatore deve essere pronto per entrambe le situazioni: diventa ancora più bello se ciò che aggiusti in corsa diventa la base per ripartire l’anno dopo».
«Crotone è stata straordinaria, la squadra aveva un senso etico del lavoro. Al Genoa e al Toro sono legato da sempre, c’era un alto coefficiente di difficoltà perché sono stati i due anni del lockdown. Genoa è stata sentimentale, sentivo la responsabilità addosso avendola vissuta da calciatore. Il Toro è stata una scelta di cuore: c’era da fare un passaggio per portare una squadra che non meritava quella classifica a competere nell’anno successivo. Mesi intensissimi».
«È la Serie A degli allenatori importanti: Allegri, Mourinho, Mazzarri, Gasperini, Spalletti. Uno straordinario Inzaghi, Juric che sta facendo bene anche al Toro, Zanetti e Dionisi che dimostrano di avere idee. Bello davvero. Non vedo l’ora di tornarci