Alessio Cerci,la storia di un talento sprecato
Il racconto di oggi parla della storia di un ragazzo, l’evoluzione di un calciatore che con le sue giocate ha illuminato la Serie A. Il suo mancino cristallino, rimasto nascosto per tanto tempo, ha arricchito per lungo tempo la qualità del nostro campionato. Si tratta di Alessio Cerci, giocatore dalle straordinarie potenzialità cresciuto nel settore giovanile della Roma. La sua carriera è paragonabile al moto di una parabola: Cerci arriva infatti a un momento di massimo splendore, per poi cadere nel baratro più totale.
Cerci approda nel vivaio giallorosso nel 2003, e dopo appena un anno Capello gli permette di debuttare in Serie A, precisamente contro la Sampdoria. Nonostante le buone prestazioni, Cerci viene ceduto in prestito a diverse squadre in Serie B per “farsi le ossa”: veste le maglia del Brescia, del Pisa e dell’Atalanta. Ma solo con la squadra toscana avrà buoni risultati: 10 reti in 26 presenze, frutto della fiducia che il tecnico del Pisa, Giampiero Ventura, gli dà fin da subito.
Nella stagione 2009-2010 torna a Roma, mettendo a segno 3 reti in 19 presenze. In questa fase della carriera Cerci rappresenta una promessa, un calciatore bisognoso del palcoscenico adeguato per poter esplodere. Dal 2010 al 2012 veste la maglia della Fiorentina, con la quale colleziona 12 gol in 47 presenze. Ma la vera svolta avviene quando il Torino lo acquista in comproprietà per 2,5 milioni di euro; l’allenatore dei granata è Giampiero Ventura, che era riuscito a mettere in luce le qualità del ragazzo ai tempi del Pisa.
Con la maglia del Toro, Alessio disputa due stagioni. Nel campionato 2012-2013 segna 8 gol e realizza 12 assist: numeri importanti, che gli valgono la conferma da parte della società granata, che compra l’altra metà del cartellino versando nelle casse della Fiorentina 4 milioni di euro. La stagione della definitiva consacrazione del gioiello granata è la successiva, in cui formerà, insieme a Ciro Immobile, una devastante coppia d’attacco. I due si guadagneranno l’appellativo di “gemelli del gol“, che a Torino non si sentiva dai tempi di Graziani e Pulici. Il duo mette a segno 36 gol e 14 assist, numeri che fanno sognare i tifosi granata. Al termine della stagione il Toro conquista la qualificazione in Europa League, complice la mancata licenza UEFA del Parma.
In quel periodo Cerci vive momenti memorabili. Il più importante fu il gol che permise al Torino di vincere 2-1 contro il Genoa al 93′, con il grifone che era stato in vantaggio fino a pochi minuti prima. Immobile al 91′ e Cerci, pochi secondi dopo, permisero ai granata di conquistare tre punti di platino in ottica europea. Quello fu un momento molto significativo per il calciatore, tanto che decise di tatuarsi sul petto il minuto del gol e la data della partita. Un altro episodio degno di nota è il gol che segnò alla Roma il 3 novembre 2013: grazie a quella rete la sfida terminò 1-1, e il Toro interruppe la striscia di 10 vittorie consecutive che i giallorossi avevano conquistato nelle prime 10 giornate di campionato.
L’ultima giornata della Serie A 2013-2014 prevede lo scontro tra Fiorentina e Torino. I Viola non hanno più niente da chiedere al proprio campionato, mentre il Toro in caso di vittoria di qualificherebbe in Europa League dopo 20 anni. Al 93′ il risultato è inchiodato sul 2-2. Ultima azione della partita, Cerci serve Barreto in area e il brasiliano viene steso da Roncaglia: Rizzoli indica il dischetto. Dagli 11 metri si presenta Alessio, che ha la monumentale occasione di portare il Torino in Europa. Cerci calcia ma Rosati si allunga e respinge il tiro del granata, vanificando la possibilità di qualificazione.
Al termine della partita il ragazzo si accascia a terra in lacrime, con giocatori e tifosi che provano, invano, a consolarlo. Sarà la sua ultima partita in granata, visto che dalla stagione successiva passa all’Atletico Madrid. La tifoseria del Toro saluta, dopo Immobile (che va al Borussia Dortmund), l’altro gemello del gol. L’addio di Cerci è indigesto per gli ultras granata, che si infiammano dopo le dichiarazioni della fidanzata di Cerci in merito al trasferimento:
“Tanti tifosi italiani ci scrivono in questi giorni e si domandano indignati perché l’ennesimo talento italiano va all’estero. Ve lo dico io perché: 13 gol e 11 assist non bastano. Essere il migliore esterno della Serie A delle ultime due stagioni nemmeno. In Italia si va avanti solo con prestiti, stranieri, vecchie glorie, giocatori che costano poco o che costano zero. Saluti Serie A, noi ce ne andiamo nel calcio che conta”
La stagione con la maglia dei colchoneros è disastrosa. Cerci fa fatica a entrare negli schemi di Simeone, che gli concede raramente chances dal 1′, relegandolo spesso in panchina. il ragazzo manifesta il suo disappunto per lo scarso minutaggio che gli viene concesso, e viene quindi ceduto in prestito prima al Milan, poi al Genoa. Segna 5 gol in 40 presenze totali: il suo ritorno in Italia dopo l’avventura al Torino è quindi un flop. Torna all’Atletico, ma Simeone lo mette ai margini della rosa e del progetto: egli decide quindi di lasciare i colchoneros, e rescinde il contratto che lo legava alla squadra del Cholo dal 2014.
Il 10 luglio 2017, dopo essere rimasto svincolato, passa al Verona. Nell’annata 2017/2018 colleziona 25 presenze, in cui realizza 3 gol e 4 assist. Il 18 agosto 2018 viene ufficializzato il suo passaggio all‘Ankaragucu, squadra militante nella Super Lig turca. Il 29 marzo 2019 viene messo fuori rosa e apre un contenzioso col club per il pagamento degli stipendi. Dopo essere rimasto svincolato, viene ufficializzato il suo passaggio alla Salernitana, con cui firma un contratto biennale.
Dopo essersi svincolato dalla Salernitana, il 9 ottobre 2020 viene ingaggiato dall’Arezzo, in Serie C. Il 23 aprile 2021 risolve consensualmente il suo contratto con la squadra amaranto, ed è attualmente svincolato.
Cerci oggi è sicuramente uno dei talenti italiani mai veramente esplosi. Le annate all’ombra della Mole avevano fatto pensare a un ragazzo promettente, dalla classe cristallina e di alto livello tecnico. Ma a causa di alcune scelte prese frettolosamente, Cerci è rimasto senza squadra.
Lui stesso ha dichiarato di avere qualche rimpianto: la sua parabola calcistica, che sembrava aver preso il volo dopo l’esperienza in granata, ha subito un brusco calo che ha di fatto spento le prestazioni e le ambizioni del giocatore in ottica futura. E oggi non può essere altro che un grosso rimpianto per ciò che sarebbe potuto diventare negli anni a venire.