Mirabelli:"Il Toro sarebbe una bella sfida,non direi no a Cairo" - IL TORO SIAMO NOI
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Mirabelli:"Il Toro sarebbe una bella sfida,non direi no a Cairo" - IL TORO SIAMO NOI

Mirabelli:”Il Toro sarebbe una bella sfida,non direi no a Cairo”

Massimiliano Mirabelli, ex ds del Milan, ha parlato della sfida tra i rossoneri e il Torino nel corso di un’intervista concessa a Tuttosport. L’ex direttore sportivo ha aperto ad un suo possibile approdo in granata come uomo mercato.



Consigli al Torino ds?

«Per carità! Da fuori non mi permetto di dare dei suggerimenti a Cairo e Vagnati. Sarebbe anche una caduta di stile. Dico solo che, per il bene del Toro, mi auguro che la rosa possa avvicinarsi il più possibile allo specifico calcio di Giampaolo e alle sue esigenze».

Rodriguez arrivato al Milan con lei?

«Bisogna conoscere le caratteristiche dei giocatori. Per ragioni di equilibrio tattico scelsi un terzino molto fluidificante a destra, Conti, e uno più tattico, di manovra e palleggio, a sinistra. Lo svizzero: un nazionale da tanti anni, con un gran bel mancino. Ed è anche un ragazzo fantastico. Ha fatto bene Cairo a prenderlo».

Belotti?

«Certo che volevo il Gallo! Arrivava da quel campionato super, con 26 gol. Davanti a un giovane bomber già così bravo era impossibile rimanere con le mani in mano. Ci fu un po’ di normale braccio di ferro tra i club, ma poi fummo costretti a fermarci davanti alle cifre che giravano: non troppo dissimili dalla clausola rescissoria per l’estero da 100 milioni».

Belotti al Milan?

«Lui e Immobile sono i migliori attaccanti italiani. E’ assolutamente ovvio che i grandi club pensino al Gallo. In Italia come all’estero. Un giocatore come lui, che vale tantissimo a livello di prezzo, lo vedrei molto bene anche in Inghilterra. Se poi Belotti venisse davvero ceduto al Milan, mi scapperebbe un sorriso. Sarebbero confermate alla perfezione le mie proiezioni del 2017. Però adesso è molto più facile puntare sul Gallo». 

E Donnarumma?

«Spero che resti, come Calhanoglu, ma da tempo il coltello dalla parte del manico ce l’ha lui: e già a febbraio potrebbe firmare per un altro club. Inoltre Raiola è un osso molto duro. Mi lasciano stupito i tempi: ammesso che si trovi un accordo, rinnovare il contratto a così pochi mesi dalla scadenza costerà sicuramente carissimo. Io arrivai al prolungamento ben prima: lo strappai con le unghie e fu tutto a favore del club, economicamente. Il Milan di oggi, invece, ha aspettato tanto. Troppo. Magari alla fine riesci lo stesso a rinnovare, ma a bilancio ti fai male».

Un giorno le piacerebbe, chissà quando, diventare ds del Torino?

«Sì. Sarebbe una bella sfida professionale, intrigante. La accetterei con grande coraggio. Il Toro è uno dei club più gloriosi d’Italia: non potrei dire no, soprattutto per mio fratello che è tifosissimo granata! Al di là delle battute, spero davvero che il Toro di Cairo si salvi e torni prima possibile a lottare per una qualificazione europea: la sua vera dimensione storica».