“Mazzari voleva dimettersi dopo Genova”
Antonio Finco, assistente di Walter Mazzarri tra Watford e nell’ultimo anno a Torino, ha parlato dell’addio del tecnico granata, precisando come siano andate le cose.
“Mazzarri ha rescisso consensualmente il contratto con il Torino, rinunciando anche a diversi soldi per sbloccare la situazione”. A dirlo è Antonio Finco, assistente dell’allenatore di San Vincenzo, già suo vice nella esperienza al Watford. “Non è stato un esonero, lo ha fatto per liberare mentalmente. C’è stata una contestazione durata mesi, entrata nella testa dei giocatori. La squadra faceva molta fatica perché al primo pallone sbagliato veniva fischiata”.
Quando è iniziata?
“Improvvisamente, dopo l’ottava giornata di campionato, con la sconfitta di Udine per 1-0. Poco prima c’erano stati i preliminari di Europa League, nell’anno passato c’era stato il record di punti dell’era Cairo, arrivavamo da un pareggio con il Napoli e una vittoria precedente sempre in casa con il Milan…”.
Buoni risultati, insomma.
“Sì, eravamo a qualche punto dalla zona Europa League, ma non molto lontani”.
Però poi c’è stato un calo di forma.
“Partendo molto presto, a luglio, con una preparazione affrettata, tra Bormio e la notizia del Milan che saltava l’Europa League… Queste cose le paghi. Il West Ham e il Burnley, in Premier League, quando hanno fatto i preliminari hanno rischiato la retrocessione. Noi avevamo fatto 27 punti, il trend era nella norma al di là degli alti e bassi”.
E gli infortunati…
“Baselli fuori a lungo, Ansaldi – che è uno degli uomini simbolo con Belotti e Sirigu – anche, Zaza spesso fermo. La rosa era abbastanza limitata. E poi era una situazione strana”.
In che senso?
“Mazzarri voleva dare le dimissioni il 30 di novembre, dopo la vittoria per 1-0 contro il Genoa. Tornavamo dalla trasferta quando dei tifosi, bendati, han tirato due bombe carta al pullman, circondandolo poi. La società l’ha convinto a rimanere, perché Cairo credeva nel suo lavoro. La contestazione non si è placata, poi la squadra ha avuto difficoltà a gennaio tra Atalanta, i supplementari con il Genoa e poi con il Milan, in Coppa Italia, giocando con gli stessi calciatori senza possibilità di recuperare”
Forse tutti si aspettavano di più.
“Sì ma ogni stagione è diversa. Abbiamo delle attenuanti tra preparazione, Verdi arrivato all’ultimo e che doveva essere messo in condizione, il problema con N’Koulou che voleva andare via poi i già citati Ansaldi, Baselli… Ci sono state delle difficoltà, ma c’è stata questa continua contestazione nei confronti del club che ha preso dentro anche Mazzarri. Lui è convinto che la squadra, liberata dal peso della contestazione e recuperati tre o quattro interpreti, possa fare un grande girone di ritorno. Dopo Lecce in queste condizioni paradossali ha deciso, confrontandosi con il club, di rescindere.
E cosa cambia se la contestazione è più verso la proprietà?
“È arrivato un allenatore nato al Filadelfia come Moreno Longo la situazione attuale non è così difficile. Serve recuperare il feeling con i tifosi e superare la situazione. Poi la squadra farà bene”.
C’è un rimpianto?
“Sono convinto che il gol di Calhanoglu, a tre minuti dalla fine della sfida di Coppa Italia, sia il simbolo della nostra stagione. A Lecce ci saremmo presentati in maniera diversa, non stanchi fisicamente e moralmente. Invece c’erano gli stessi dei supplementari più due squalificati, mancavano in sette otto. Poi in semifinale avremmo giocato un derby contro la Juve”.
Mazzarri era in scadenza.
“Cairo ha più volte proposto il rinnovo, alla festa di Natale si era sbilanciato ammettendo questa circostanza e che in quel momento non accettava ancora. Siamo partiti bene nel periodo dopo Natale, perché contro la Roma abbiamo fatto una grande partita. Poi è successo quel che è successo”.
“È complicato spiegare come si innescano certe situazioni, solo che la squadra ne ha somatizzato sempre di più l’onda lunga. Di sicuro Mazzarri come sempre ha fatto il massimo per sostenere i suoi giocatori che nelle difficoltà ambientali si sono aggrappati al suo carisma. Non a caso ha portato 7 volte in carriera le sue squadre in Europa. Ma la memoria spesso è corta”.