Nicchi e gli amici di Calciopoli
Paolo Ziliani, giornalista de Il Fatto Quotidiano, sul giornale ha scritto della scalata di Marcello Nicchi alla presidenza dell’AIA nonostante una carriera da arbitro non da incorniciare: “Perché il calcio italiano è diventato questa indegna cosa cui ogni giorno ci tocca assistere? Perché i fatti succedono senza che nessuno ci faccia caso. Anche se sono importanti. Anche se produrranno conseguenze irreparabili. Come nel 2009 quando Marcello Nicchi diventa presidente nazionale AIA. Sono passati tre anni da Calciopoli e a capo del movimento spunta un ex dal passato imbarazzante.
Eppure Nicchi è stato eletto a capo dell’Aia. Difficile dire perché. Ma insieme a Nicchi sono saliti in graduatoria tutti quelli che gli erano amici e vicini. Come Luca Pairetto, il figlio di Pierluigi – il designatore radiato a Calciopoli per i rapporti con Moggi – di cui Nicchi fu quarto uomo nella finale europea del 1996 tra Germania e Repubblica Ceca. E certo il figlio di Pairetto, Luca, con Nicchi a capo dell’Aia di strana ne ha fatta nonostante i continui pastrocchi”.
Nel 2009 Marcello Nicchi diventa presidente nazionale AIA (associazione italiana arbitri). Sono passati tre anni da Calciopoli e a capo del movimento spunta un ex. Come scrive Il Fatto Quotidiano, al termine della stagione ’96–’97 il designatore Casarin lo ferma dopo due incresciosi episodi di cui è protagonista: in Vicenza-Bologna 2-0 espelle Andersson del Bologna che a bordo campo chiede a Ulivieri di essere sostituito non ritenendosi tutelato dall’arbitro; Casarin ferma Nicchi per tre mesi.
L’altro in Perugia-Napoli 1-1, al rientro dopo la sospensione, convalida un gol di mano dal perugino Rapajc. L’anno prima, in Sampdoria-Inter 0-0, Nicchi aveva ammonito per simulazione Mancini, atterrato invece da Pagliuca; Mancini aveva perso la testa, era stato espulso e aveva rimediato 6 giornate di squalifica. Per Casarin, il modo di porsi nei confronti dei giocatori, che Nicchi prendeva di petto quasi sfidandoli, era inammissibile. Sipario, quindi. II Fatto Quotidiano si domanda com’è possibile che un arbitro così discusso diventi presidente nazionale? Difficile dirlo.