Il pensiero di un tifoso:”Finalmente qualcosa si sta muovendo”
Non sarà sicuramente facile cambiare le cose: no, non lo sarà per niente.
Non mi illudo che striscioni, adesivi o post su Facebook possano in qualche modo mutare la nostra condizione o tantomeno indurre Cairo a preparare armi e bagagli mettendo in vendita il Toro: non sono così sognatore, stupido, ingenuo…definitemi voi come meglio credete.
Le cose non cambieranno, questo è ovvio…peró almeno è un inizio.
Non sarà un granché, ma è un inizio, ed un inizio é comunque meglio di niente.
Da qualcosa si dovrà pur cominciare, no?
È un inizio dopo anni di nulla, di silenzi assordanti….
È un inizio dopo attese di prese di posizione decise e ferme da parte di una tifoseria organizzata che, di organizzato, non ha praticamente più nulla.
Una tifoseria divenuta settaria persino nei cori allo stadio, esclusiva e non inclusiva: mai aggregante.
Gli striscioni sono un inizio, dicevo, e tutto sommato non è stato affatto male: i feedback paiono positivi.
Escludendo qualche commento ciclostilato che si leggeva già ai tempi di Cimminelli (quando qualcuno invitava a “lasciarlo lavorare”), la risposta è stata ottima.
Sicuramente gli scarsi risultati sportivi hanno
giocato un ruolo determinante nell‘aumento del malcontento popolare, ma è un malessere che covava sotto la cenere ed arriva da molto più lontano.
Ovviamente, nel contempo, la macchina del fango non ha tardato a mettersi in moto: scribacchini asserviti, servi sciocchi, presunti depositari del verbo che apostrofano i dissidenti come “gobbi” e “ratti”, sono subito entrati in azione per sminuire, insultare, dileggiare.
Una protesta nulla, senza speranza, senza significato, pilotata dagli “ultras da Facebook”…dicono.
Peccato che nessuno voglia essere un Ultras, per lo meno da quando in tanti si sono accorti che un simbolo è solo un simbolo, e se dietro non ci sono persone che valgono, è un simbolo vuoto.
Se il Toro è una fede, e perDio lo è, qui mancano gli officianti credibili, e non certo da oggi.
Un sacerdote che non trasmette nulla resta senza parrocchiani, e diventa un pastore senza pecore: qui da anni abbiamo chiese vuote e pascoli deserti.
Da quanto tempo la campana non chiama il popolo a raccolta?
Non lo ricordo nemmeno più.
E allora qualcuno la campana se la suona da solo.
Nessuno si illude di rivoluzionare il mondo, ripeto ancora una volta, perché siamo divisi, e non solo da opinioni divergenti.
Siamo divisi da tante piccole meschinità, dall’opportunismo, dalla paura di perdere chissà quali privilegi.
Siamo lo specchio di un’Italia sempre più miserabile, triste, rancorosa, invidiosa, campione del mondo di “armiamoci e partite”.
Gli striscioni contro Cairo sono un gesto piccolissimo ma forte allo stesso tempo: parlano da soli e fanno parlare di loro, invitando di conseguenza alla riflessione su come una squadra storica e blasonata sia gestita dal più grande editore italiano alla pari di una bocciofila di paese.
Per alcuni non vanno bene nemmeno quelli.
Chi li ha appesi è un “ratto” un “gobbo” un vigliacco etc etc e va offeso, sminuito, dileggiato.
Prima bisogna offendere, poi calunniare, poi minacciare velatamente, e poi chissà cos’altro.
Sapete chi si comporta così? La mafia.
Parolone eh?
Vabbè chissenefotte…
Se qualcuno si sentirà offeso saranno cazzacci suoi.
Da ieri, con l’entrata in vigore del regolamento di attuazione dell’articolo 172 del nuovo Codice della Strada, sono diventati obbligatori i cosiddetti “seggiolini anti abbandono”…
Visto come vanno le cose, forse sarebbe meglio che qualcuno se ne dotasse anche in curva, altrimenti rischia di rimanere solo.
Ad maiora.
E.B.