Sandro Mazzola:"Ecco perché rifiutati la Juventus..." - IL TORO SIAMO NOI
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Sandro Mazzola:"Ecco perché rifiutati la Juventus..." - IL TORO SIAMO NOI

Sandro Mazzola:”Ecco perché rifiutati la Juventus…”


Intervistato sulle colonne de La Gazzetta dello Sport nel giorno del triangolare tra i Pulcini di Torino, Inter e Venezia organizzato per celebrare i cento anni dalla nascita di Valentino Mazzola, il figlio Sandro racconta diversi aneddoti della sua vita e della sua carriera.

E nonno Sandro è stato forte come il bisnonno di Valentino?

“No, no, mio padre era un centrocampista che vinceva la classifica dei cannonieri… Più strutturato atleticamente, più completo tecnicamente, personalità da leader, si imponeva su tutti i compagni nei momenti di difficoltà ottenendone una pronta reazione. Nelle mie visite in Rai ho raccolto un’ampia documentazione filmata, e negli anni varie testimonianze, di chi papà lo aveva conosciuto bene. Quindi ho raggiunto una certezza assoluta: non sono riuscito a emularlo”.

La tragedia a rendere orfani non solo Sandro e Ferruccio, ma milioni di appassionati.

“Me la tennero nascosta per parecchio. Dov’è papà? Chiedevo. In viaggio con la squadra, la risposta. Un giorno mi trovavo a casa di mamma, a Cassano d’Adda. Stavo giocando in cucina a fare il radiocronista alla Nicolò Carosio, il nostro mito: mi ero accucciato sotto al tavolo-cabina radio con in mano una banana-microfono… Beh, entrarono mia madre e un’amica e mamma singhiozzava. Da quello sfogo, seppi…”.

Mai al Torino da giocatore, solo Inter: non è andata malissimo.

“Devo molto a Veleno Lorenzi, l’ho detto spesso e lo ribadisco oggi: una persona di gran cuore che aveva stretto una solida amicizia con papà in Nazionale. E nelle giovanili ho avuto Peppino Meazza e Giovanni Ferrari come maestri, quindi mi hanno svezzato bene. Poi il Mago e la famiglia Moratti… Insomma, la sorte mi ha ripagato. Ho fatto bene a dribblare quei controlli e quei divieti di mamma Emilia: per andare ad allenarmi mettevo le scarpette fuori dalla porta la notte prima e al mattino le infilavo in cartella. Ho fatto bene anche a dare retta a mamma Emilia quando l’Avvocato in persona mi propose di passare alla Juve in cambio di un ingaggio raddoppiato e una concessionaria Fiat. Mi presi un giorno per riflettere, ne parlai subito in famiglia e mamma mi gelò: Sandrino, il figlio primogenito del capitano del Grande Torino, non può giocare nella Juventus. Pensai subito che avesse ragione“.

Però la seconda vita calcistica, quella da dirigente, Sandro Mazzola l’ha chiusa nel Torino.

“L’ho sempre considerato un grandissimo privilegio, un altro eccezionale regalo della vita. E quando si incontrano le due squadre, cosa che accadrà proprio questa domenica, tifo sempre per il pareggio”.

Magari tra qualche annetto il Toro inviterà il giovane Valentino a un provino…

“Chissà, oggi è una cosa assai suggestiva… Devo mantenermi in forma perché se accadesse vorrei esserci… Non mi sbaglio, anche questo Mazzola ha il pallone nel sangue”.