Junior sul Derby:”Nessuna squadra è imbattibile”
Leo Junior alla Gazzetta dello Sport ricorda le sue gesta contro i bianconeri,in quelli che erano derby al calor bianco,dove il Toro aveva spesso la meglio contro gli odiati cugini.
«Come potrei dimenticare quel primo derby? Sono arrivato nell’estate del 1984 e il primo giorno, al raduno, i tifosi mi hanno detto che dovevamo battere la Juventus. Io sapevo che la Juve era campione d’Italia e aveva tre campioni del mondo che mi avevano già dato un dispiacere al Mondiale in Spagna – Cabrini, Scirea e Tardelli – più due stranieri fortissimi, cioè Platini e Boniek. In quel primo derby, però, non avevamo paura di niente, nemmeno dopo il gol del vantaggio di Platini. Pareggiò Francini. Poi all’ultimo minuto, su un mio calcio d’angolo, Serena segnò il gol del 2-1. Una goduria doppia, proprio sotto la Maratona.
Radice aveva una grande qualità, perché con la sua grinta e la sua carica sapeva ottenere il massimo da ogni giocatore. Mi spiace che sia scomparso e mando un abbraccio a suo figlio Ruggero, con il quale ero rimasto in contatto anche quando sono passato al Pescara.
Quel Torino arrivò davanti alla Juventus, ma secondo alla fine dietro il Verona. Quel mancato scudetto è il rimpianto più grosso dei miei anni a Torino, ma bisogna essere onesti e riconoscere che il Verona meritava più di tutti.
La Juve di oggi è ancora più forte? Io dico che non ci sono squadre imbattibili, nemmeno questa Juventus che macina record. L’importante è andare in campo senza paura, come abbiamo fatto noi quel giorno, perché il Toro è il Toro e può fare qualsiasi impresa.
Purtroppo ho potuto vedere solamente qualche gol del Toro di quest’anno, un po’ perché qui in Brasile non trasmettono quasi mai le partite del campionato italiano e un po’ perché io faccio il commentatore per tv Globo e spesso, mentre gioca il Torino, seguo il campionato brasiliano».
Di Mazzarri conosco la sua carriera e so che è un ottimo allenatore. Trasmette una grande carica e per questo mi sembra che sia l’allenatore ideale per il Toro, uno che sa tirare fuori il massimo dai suoi giocatori, proprio come Radice.
Belotti un vero capitano, che dà l’esempio e si butta su tutti i palloni. Gli auguro di segnare il gol decisivo nel derby.
Lyanco? Lo conosco è un ragazzo di 21 anni. L’avevo visto quando giocava nel San Paolo, è veloce, bravo nell’anticipo, gli auguro di sfondare in Italia».
Se potessi regalare a questo Torino uno dei miei compagni di allora? Sicuramente Dossena, perché oggi non ci sono più i numeri 10, i trequartisti di una volta, e lui con la sua fantasia farebbe ancora la differenza».
Un pronostico per il Derby? Dico solo “Forza Vecchio Cuore Granata”. E ripeto a tutti che nessuna squadra è imbattibile. Non lo era quella di Platini, non lo è nemmeno questa di Ronaldo”.