Gary Neville ci spiega che le rivalità sono importanti:”Non stringevo la mano neanche a mio fratello…”
L’ex capitano del Manchester United spiega perché non sia favorevole alle strette di mano prima della partita, ricordando in particolare quando si rifiutò di salutare Peter Schmeichel.
Il portiere danese, compagno dell’inglese nel Manchester United per sette lunghi anni, lasciò i Red Devils nel 1999 per vestire, ormai a fine carriera, la maglia dello Sporting Lisbona.
Poi però fece ritorno in Premier League, all’Aston Villa. E per finire, nel 2002/03, chiuse la carriera al Manchester City. Quest’ultima scelta non andò giù a molti, visto il passato nei Red Devils di Schmeichel. Tra questi c’è appunto Gary Neville.
“Schmeichel lasciò lo United a fine carriera – ha dichiarato Neville al podcast britannico “Quickly Kevin, Will He Score?” – e disse che stava per ritirarsi. Poi invece andò all’estero e infine chiuse al City. Io con Peter avevo buoni rapporti quando se ne andò, ma non avrebbe mai dovuto firmare per il City. Io sono tifoso dello United e non puoi giocare per il City, non puoi giocare per il Leeds, non puoi giocare per il Liverpool. È qualcosa che è scritto sulla pietra”.
Famoso un episodio che vide protagonisti Schmeichel e Neville, con il capitano dello United che si rifiutò platealmente di stringere la mano del portiere prima di una partita.
“Tutti mi ricordano l’episodio di Schmeichel, ma io non stringevo la mano nemmeno a mio fratello Phil quando era capitano dell’Everton, figuriamoci a Schmeichel. C’è da dire che all’epoca io odiavo tutti e la stessa cosa valeva per i miei compagni. Noi odiavamo tutti e tutti ci odiavano. Era così che funzionava con Sir Alex: eravamo come in un’isola, avevamo una mentalità da stato d’assedio”.
“La stretta di mano la capisco solo a fine partita, dopo la battaglia ha senso. Prima ero concentrato sulla partita e non pensavo neanche minimamente al giocatore avversario”.
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