Gramellini:"Quando vinci perfino Lollo De Silvestri sembra un fenomeno" - IL TORO SIAMO NOI
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Gramellini:"Quando vinci perfino Lollo De Silvestri sembra un fenomeno" - IL TORO SIAMO NOI

Gramellini:”Quando vinci perfino Lollo De Silvestri sembra un fenomeno”


Massimo Gramellini dalle pagine del Corriere di Torino commenta la vittoria contro l’Inter.

Il mio ultimo delirio settimanale si concludeva con un auspicio esagerato: se facessimo sei punti contro Crotone e Inter… Ehi, li abbiamo fatti. Non basteranno per darci il settimo posto, perché da lassù capitan Astori ha deciso di regalare l’Europa ai fratelli viola, ma contribuiscono a sollevarci l’umore. Quando si vince, ogni cosa diventa giusta e perfetta, persino una mediana Obi-Baselli che in caso di gol interisti (evitati da San Palo e San Sirigu) avremmo bocciato per manifesta inconsistenza fisica. Il nostro centrocampo faceva meno filtro di un rubinetto fradicio e, pur inchinandomi alla bravura tattica di Mazzarri, mi ostino a pensare che tre attaccanti li reggi soltanto se dietro di loro ringhiano delle bestie feroci, tipo Rincon e Acquah.

Le vittorie non ribaltano solo gli stati d’animo, ma anche i pregiudizi. Fino a otto giorni fa Mazzarri sembrava il peggiore nemico di Adamo Ljajic. Adesso passa per colui che lo ha rivitalizzato. Con Belotti in palla, Adamo in tiro, Iago in appoggio e Niang in tribuna, abbiamo un attacco da goleada. Sarebbe un peccato smembrarlo durante l’estate, quando bisognerà concentrare gli sforzi sul centrocampo e un po’ anche sulla difesa, perché i leoni grigi Moretti e Burdisso sono sempre più leoni ma anche sempre più grigi, e Lyanco e Bonifazi, per il momento, restano due enigmi avvolti in un mistero.

Quando si vince, persino Lollo De Silvestri sembra un fenomeno. Non lo è, ma non è nemmeno il brocchetto contro cui da tempo si accanisce ingiustamente una parte del tifo. Non è poi tanto più debole di Zappacosta e come terzino non lo cambierei con Bruno Peres. Mai una volta che tiri indietro la gamba. E se domenica quel pallone che ha arpionato in cielo fosse finito alle spalle di Handanovic…

Le vittorie trasformano anche i caratteri. Per giustificare il ghigno satanico esibito a fine partita, Spalletti ha ironizzato sulla natura prudente di Mazzarri, che secondo lui sarebbe stato timoroso persino nello stringergli la mano. Sarà, ma a me Mazzarri non è sembrato per nulla timoroso. Altrimenti nel secondo tempo avrebbe imbottito la squadra di mediani. Invece ha tenuto Adamo in campo fino all’ultimo e, al posto di Iago, ha messo dentro un altro attaccante, facendomi trascorrere l’ultimo quarto d’ora in uno stato d’ansia che non provavo dai tempi della prima visione di Poltergeist. Ma quando si vince, si ricordano con piacere persino quei momenti lì.